lunedì 3 dicembre 2007

tamara - sanremo dic 07

Sabato rimedio alcuni soldarelli inattesi, decido quindi di investire qualcosina in travoni et similia. Sono a sanremo, brigitte l’agentina è disponibile, ma l’avventura è l’avventura non resisto al richiamo d’azzardo del travone ignoto. Opto per una sedicente mulatta che si decanta sull’affaristico settimanale locale. Tale Tamara (ma tanto il nome lo cambiano sempre). Per chi conosce la zona è nel solito palazzaccio al sesto piano, frequntato da sudamericane e ogni tanto brasilere, come infatti è tamara. Mi apre un ragazzo magro di ventuno anni che indossa una minigonna nera e un reggiseno finto. Il viso è decisamnte bello e vagamente femminile, ma il corpo, pur essendo senza un pelo ha bisogno di pesanti interventi estetici per assomigliare ad una ragazza. La magrezza lo aiuta conferendogli un istinto a proteggerlo dai mali del mondo e fotterlo selvaggiamente. Indeciso se andarmene o meno perchè non è propriamente il mio target tergiverso quell’attimo fatale e il femminiello mi palpa l’uccello. Tanto basta e obolo le cinquanta frittelle pattuite. Mi spoglia lui e mi lecca dappetutto, io gli dico di levarsi quel ridicolo reggiseno posticcio. Mi abbassa il testone sul pesce chiedendomi di baciarlo. E’ pulitissimo e questo è il mio fondamento. Saggio il suo pisello con la bocca. E’ storto, segue un paio di cuve, ma è duro come granito e decisamente grosso. Fa impressione vedere un giovanotto magro e femminile con un cazzo del genere. Impressione o non impressione me lo pappo tutto e lui si eccita da morire. C’è uno specchio molto grande nella stanza che sfrutto per vedermi inginocchiatto a spompinare uno sconosciuto. La cosa mi manda fuori di testa, insisto con foga nella pratica fino a giralo a pecora e slinguazzargli il buco del culo. A ‘sto punto è lui che non capisce più niente e mi dice “sono tuo”. Lo sollevo in braccio anche perchè è leggerissimo e gli allargo e chiappe. Tento di foterlo in quella posizione guardandomi allo specchio ma è impossibile. Allora lui si incappuccia e mi incula. Prima piano, poi decisamente più forte. Siamo in piedi, e vederci nello specchio è una libidine. Decido di mettermi a pecora sul pavimento a favore di specchio e farmi fottere così. Lui capisce al volo e mi fa godere uno spettacolo degno del circo russo. Le sue palle che sbattono sui miei chiapponi pelosi. E’ bravo a a pompare, favorito dal fisico, dalla pratica e dall’eccitazione. Sta per sborrare, ma non voglio. Mi alzo in piedi e lo inculo selvaggiamente. Incredibilmente riesco a chiavarlo per dieci minuti buoni facendo un figurone. Vengo stringendogli il cazzo e vedendolo roteargli gli occhi. Ci puliamo e parliamo un po’, lui continua ad abbracciarmie baciucchiarmi scatenandomi un’altra erezione che esibisco sfilandomi nuovamente i jeans. Ci spariamo un sessantanove assatanato che non concludiamo per un soffio. Lui deve ancora lavorare, io sono soddisfatto così.
Esperienza piacevole, anche se non era un trans, nè un travone, piuttosto un femminiello ventenne e brasiliano. Di solito con i trans sono esclusivamente passivo, ma questa volta ho goduto e molto la parte attiva. Ho parlato di lui in terza persona maschile perchè lui continuava a farlo di sè in questo modo. Si considerava un mashietto con la minigonna, tutto qui. Ho rispettato questo suo stato d’essere.
Perchè andarci: esperienza dolce e perversa.
Perchè non andarci: probabilmente abbatte il muro di finzione che separa dalla gaiezza spicciola la diversità etero che pensiamo ci caratterizzi e questo può essere un gradino su cui si può scivolare. Consigliato ai più esperti.
Colore dell’incontro: nero antracite.

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