lunedì 3 dicembre 2007

Evelin Spears - milano gen07

Evelyn Spears
Sono quasi otto anni che non percorro a piedi le vie di questa città. In questo periodo solo un paio di visite al colosseo meazza per assistere al circo dei nostri tempi e poi nulla. Una volta lavoravo qui. Non ho resistito dato ero un pirla romantico, debolmente ho passato la mano. Cazzate fatte in gioventù, di cui ancora adesso mi pento se ce ne fosse bisogno.
Il cielo è come me lo ricordavo, di un grigiore slavato, bagnato e freddo. Sono dalle parti di via monza, rivarolo o giù di lì, quasi
mezzogiorno, o almeno il breil mi dice che lo è perché qui pioggerella e non capisco il sole cosa stia facendo. Extracomunitari, mamme, nonne con nipotini da accudire, qualche travone in borghese che fa shopping culinario. Uno mi fissa e sorride, la sua empatia ha realizzato cosa cacchio sto cercando. Alcuni
negozi tristi stile confine dell’impero. L’occidente si assomiglia tutto ormai, una larga, informe periferia. Un giardinetto scarrupato mi introduce nel viottolo della Evelyn. Al telefono non riuscivo a capirne il nome, di sta viuzza, facendo incazzare la nostra eroina. Un accento esotico abbinato a qualche nome risorgimentale è quanto di peggio si possa decifrare da un portatile economico, in mezzo ad un traffico sguaiato.
Identifico il portone, ma un fratello piuttosto distinto mi anticipa il varco. Chiamo di nuovo, la Evelyn mi invita a salire. Che mi sia sbagliato sul fratello?
Mi apre questa piccola dea bionda in tenuta da battaglia. Autoreggenti, perizoma di pelle nera e reggiseno pizzato. E’ una specie di Scarlett Johanson, stessa foggia, stessa tipologia di fighezza. Davvero bella. Mi dice di aspettare in soggiorno perché c’è un altro cliente, io mi accomodo e non riesco neanche a decidere se si tratta di un comportamento professionale o no. Fatto sta che sulle intenzioni del fratello non mi ero sbagliato, fatto sta che la casa è molto pulita e non c’è il solito odore di cipolle soffritte, fatto sta che alla tv ci sono i video musicali; si può aspettare. La vedo tornare dopo 30 secondi netti. Vieni pure, mi dice. Entro in una camera da letto microscopica. Un video orgiastico, un letto leopardato, luce soffusa il giusto. Mi spiega che il fratello voleva assistere ad una sua skizzata e che se l’avesse fatta ci avrebbe messo quattro ore prima
di riuscire a rizzarlo di nuovo. Quindi, avrebbe prima servito me e poi lui, che nel frattempo ha svicolato davanti a mtv. Anch’io voglio vederti sbrodolare, le dico. Davanti al suo imbarazzo aggiungo che sto solo scherzando e lei sorride. Mi spoglio in un nanosecondo, le mani ghiacciate le sfrego sulle mie cosce perché voglio accarezzarla tutta questa bambolina. Si ritrae al bacio linguacciuto che trasformo in una leccata di capezzoli. Siamo sul lettone di famiglia e lentamente discendo verso il suo bastone. Davvero un bellissimo cazzo. Penso che sia di 19 centimetri puri, una forma perfetta, bianco come la
sua pelle, una cappella rosa antico. Lo bacio, lo slinguo, lo adoro. Le afferro le palle da sotto e me le godo. Sono davvero le palle più belle che abbia mai visto. Pesanti, vellutate, due peschette sugose. Anche lei comincia a succhiarmelo, ma la fermo dopo attimi brevi. Ho paura di venire. Ha un viso da
attrice e un corpicino da ragazza italiana. Mi incula dal davanti, senzaneanche chiedermelo. All’inizio è fredda, ma quando inizia a pompare sento che
si infoia e mi chiava come farebbe un camionista. E’ stupefacente essere praticamente stuprati da una ragazzina così bella. Ha un giro vita sottilissimo, un pancino perfetto infiocinato da un piercing alla moda. Mi guarda fisso negli occhi con uno sguardo che ha imparato irresistibile. E’ affannata, si trattiene dal godere. Ora sborra, mi dice. Eseguo menandomi un
paio di colpi, non di più. Crema calda, la mia, sulla pancia, la mia.
Mi offre il bagno, fazzoletti e tutto il kit post orgasmico.
Parlo un po’ con lei e si scioglie un pochino. Ha una bellezza imbarazzante, sicuramente il trans più carino che abbia mai incrociato. Safadaggine a livelli da crisi idrica, eppure avevo letto il contrario. Probabilmente non le piaccio io che potrei quasi essere suo padre giudicando i suoi 22 anni, quindi penso che altri aitanti ragazzacci potrebbero scatenarla. 100 polpette per un incontro che ricordo con delizia, ma che non ripeterò. Lupakkio non è più un romantico,
ma un vecchio porco, oramai.
Perché andarci: un corpo proporzionato, femminile. Pelle,
occhi, viso da film. Cazzo da svitare e portare a casa. Pulizia impeccabile. Da ricordare.
Perché non andarci: chi vuole emozioni forti e tigri da cavalcare può trovare di meglio.
Colore da associare all’incontro: bianco panna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ti ho scovato cercando notizie su questa tale evelyn spears.... direi che mi hai convinto in pieno...
complimenti per le tue recensioni, scritte con tra(n)sporto...